Normalità, una parola che in questi giorni ci manca terribilmente, vero?
La quotidianità fatta di lavoro, corse per portare i bambini a scuola, nuoto o danza, pomeriggi di shopping, aperitivi con gli amici, uscite in compagnia.
E poi quelle feste capaci di farci riunire anche con chi è lontano e la normalità dei baci che celebravano le nascite e quegli abbracci che ci aiutavano ad accompagnare verso l’ultimo respiro le persone che amiamo…
Tutto questo… stravolto e con un futuro cui attribuire nuove abitudini, tutte da codificare.
Quello che stiamo vivendo è un momento difficile, in cui ognuno di noi ha messo in atto le proprie strategie di sopravvivenza.
Io mi sono rifugiata in quei gesti capaci di rasserenarmi: tagliare, modellare e incollare, creare qualcosa di bello che mi blandisse l’anima.
E poco alla volta, la speranza è tornata a fare capolino: lo so, sarà difficile ripartire tra paure, divieti e insicurezze, ma dobbiamo credere che ce la faremo, che torneremo a sorridere, abbracciarci e festeggiare.
A vivere nuove normalità.
Nuove consuetudini in cui ognuno di noi sarà chiamato a fare la sua parte e a dare il meglio in ciò che sa e può fare.
Mi sono chiesta a cosa potesse servire il mio lavoro in un momento come questo e in un futuro fatto di distanza, barriere di plexiglass e sorrisi celati dalle mascherine…
La risposta?
Creo fiori, accarezzo l’anima con la grazia e la potenza dei colori e credo che tutti noi abbiamo bisogno di tènere coccole per i nostri cuori impauriti…
E proprio per questo ho deciso di non fermarmi, perché il mio lavoro ha ancora un senso e lo avrà anche in futuro perché, nonostante la mascherina chirurgica sul viso, si può continuare a sorridere!
Seguimi su: